Capitolo 9 – Casa dolce casa – (Il Bells)

Seguo la Francy tra i cunicoli contorti della metro parigina. La vedo ostentare una sicurezza irreale mentre pensa il piano di viaggio che ci condurrà a destinazione: prenderemo la linea uno, cambieremo a Nation con la due, che ci condurrà a Père Lachaise, dove incroceremo la linea tre fino a Porte de Bagnolet. Un, Due e Tre. Più facile di così!

In Realtà, sono rimasto stordito di fronte al guazzabuglio di geroglifici, che raffigurano le metro di Parigi. Da solo ci avrei messo un quarto d’ora solo per trovare la mia posizione. Pazienza, avrò tempo per imparare. Adesso devo occuparmi di un’unica mansione: portare le valige prima su, poi giù, e così via per le rampe di scale che si susseguono una dopo l’altra.

Mentre avanziamo, penso alle meraviglie architettoniche e delizie culinarie che sono giusto a poche decine di metri sopra le nostre teste. Avrei voglia di fare tutta la strada a piedi, se non fosse per il carico che portiamo dietro. Ci facciamo largo fra la pesante folla dell’ultimo dei tre treni. Ci guardiamo, siamo sfiniti ma ansiosi di scoprire in quale posto ci ha spedito la roulette delle prenotazioni.

Porte de Bagnolet, siamo arrivati. Per fortuna, l’ultima rampa che ci separa dalla superfice è fiancheggiata da una formidabile scala mobile. Man mano che saliamo scopriamo un grande e rassicurante viale alberato, con tanto di pista ciclabile. Il viale si allunga per alcune centinaia di metri lungo una costante e incessabile salita:

-Sicuramente è lassù dove dobbiamo andare- Esclamo esausto, mentre fumo la prima sigaretta all’aria Parigina.

Si, lo so, ha ragione la Francy. Sono un uccellaccio del malaugurio. Ne è la prova il fatto che la profezia si avvera poco dopo. È proprio lassù dove dobbiamo andare.

Prendiamo fiato e ci rimettiamo in cammino, un passo dopo l’altro, senza fretta. Una volta all’apice di quella estenuante salita troviamo un bar che fa angolo e, a poche decine di metri, il numero civico che stavamo cercando. Davanti all’insolita brasserie, gestita da una famiglia di asiatici, una piccola schiera di loschi ceffi sosta su un muretto. Hanno tutta l’aria di ignorarci di proposito.

Ci siamo. Di fronte a noi, una palazzina di tre piani in discrete condizioni ci rassicura a fatica. Telefoniamo al contatto come da accordi e qualcuno viene ad aprirci prontamente. Veniamo subito invasi da una vampata di aria stantia e pentole sporche (in realtà le pentole sono pulite e l’origine di quell’odore rimane tuttora un mistero). Il nostro referente è un minuto asiatico di cui, perfino io, riesco a percepire l’orrida pronuncia. Il suo è un francese spicciolo, condito con una nota d’inglese scolastico, sopra un letto di accento orientale. È incomprensibile anche per la Francy.

Finiti i convenevoli il nostro insolito cicerone, del quale ignoriamo il nome, anche se probabilmente ce lo ha detto, ci accompagna in nuova scoperta. Al piano terra ci sono quattro o cinque stanze e un bagno. Iniziamo a salire e, dopo una cigolante rampa di scale in legno, ci troviamo nel disimpegno del primo piano, dove vediamo solo un’inquietante porta. Sembra che si tratti della misteriosa abitazione della fuggente Sophie, proprietaria della casa, che avremo modo di conoscere solo qualche giorno più tardi. Saliamo ancora, siamo al secondo piano. Altre quattro o cinque stanze e due docce. Sbirulino Indica verso il piano più alto esclamando:

-Talet!-

Capiamo, così, che un altro bagno si trova al terzo piano, dove ci sono altre stanze. Non so quante di preciso. Ma la nostra è al secondo e ci siamo proprio di fronte. Un clack e un lungo cigolio. La porta si apre, io e la Francy rimaniamo con il fiato sospeso.

Saranno si e no nove metri quadri. Il letto, da una piazza e mezzo, è di poco più stretto della camera ed è anche il nostro antifurto, dal momento che blocca la porta del balcone che è collegato con un’altra stanza. Un dondolante comò, nel pieno di una pesante crisi d’identità, ci guarda confidando in noi. Crede che lo aiuteremo a scoprire qualcosa su di sé. Per sua sfortuna, verrà ancora una volta scambiate per un pratico armadio/tavolo/dispensa.

Stiamo quasi per metterci comodi, quando Sbirulino ci invita a proseguire la visita guidata. Questa volta indica verso il basso:

-Cusin, kiken- Prova a spiegarsi il nostro amico.

-Ah giusto, manca la cuchina- esclamo irritato.

La CUCINA si trova, ovviamente, nel seminterrato. Bella buia e umida, come nel migliore dei ristoranti.

Si scende attraverso una scalinata ripida, costeggiata dalle tubazioni degli scarichi dei piani superiori. Scopriamo con sorpresa che l’ambiente è molto grande, con un divano, un grande tavolo, tre frigoriferi, due piani cottura e tre lavandini. Ma è tutt’altro che invitante. Ci guardiamo complici mentre Sbirulino spiega come utilizzare i vari elettrodomestici. Con uno sguardo il messaggio è chiaro e limpido. Noi quella cucina non la utilizzeremo mai.

E voi? Vi siete mai ritrovati a dovere alloggiare in un posto decisamente al di sotto delle aspettative?

23 commenti Aggiungi il tuo

  1. maxilpoeta ha detto:

    un tempo quando ero giovane spesso sceglievo posti per risparmiare, ed erano davvero orribili, ma all’epoca non ci facevo caso, anzi mi facevo delle grandi risate per ogni cosa che trovavo assurda.
    Bella e molto simpatica la vostra narrazione 😉

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    1. Bells85 ha detto:

      Si, concordo! Ma almeno, da giovani, non avevamo chissà quali aspettative, no?
      Grazie, infatti l’obiettivo era proprio quello di una narrativa simpatica 😉😉

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      1. maxilpoeta ha detto:

        già, concordo, una volta di aspettative non ne avevo proprio, vivevo alla giornata e basta. 😉

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      2. Bells85 ha detto:

        È si! Chissà come facevamo 🤔

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  2. zenzeroezafferano ha detto:

    Le esperienze peggiori le ho avute andando a trovare due amiche in erasmus! Cucine ovviamente condivise, così sporche, abbandonate e tetre da aver il timore di prendere qualche malattia! Per fortuna, sono solo situazioni temporanee! In bocca al lupo ragazzi! (Sono anche io, da qualche mese, fuori Italia per tempo “?”)

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    1. Bells85 ha detto:

      Vedrai, nei prossimi capitoli, le nostre brillanti soluzioni per il problema della cucina 🤣
      Crepi il lupo e buona fortuna anche a te! Dove sei di bello?

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      1. zenzeroezafferano ha detto:

        Mi immagino voi in kit anti radiazioni a cercare di bonificare la zona!
        Qui di fortuna ce ne serve, mi sa!
        Io sono a Gran Canaria, devo dire che ne vale assolutamente la pena (almeno visitarla)! Un po’ come Parigi, dove sono stata qualche anno fa a gennaio (le temperature erano veramente basse) e mi piacerebbe tornarci con questo clima, perchè sicuramente potrei godermela di più!

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      2. Bells85 ha detto:

        Impossibile bonoficare l’area, troppo viavai! 😂
        Si concordo, il fattore temperatura, è addirittura fondamentale. Io ti consiglierei autunno/primavera.
        Per Gran Canaria invece, ti invidio, ma temo che passerà un bel po’ di tempo prima che io possa visitarla 😓

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      3. zenzeroezafferano ha detto:

        La vedo alquanto ardua allora :’D
        Parigi sarà una tappa futura, con il giusto clima (la torre di Notre Dame era chiusa al pubblico per il ghiaccio, fai tu!), probabilmente per il bel po’ di tempo che passerà…posso confermare anche da parte mia. Però è sempre bello vagare un po’ e vedere quello che il mondo ha da offrirci!

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      4. Bells85 ha detto:

        Sisi, quando sarà il momento si presenterà l’occasione giusta!! ✌

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  3. almerighi ha detto:

    mi capitò sul lago di bracciano, l’albergo ricordava i bei tempi della naja

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    1. Bells85 ha detto:

      In quale braccio ti trovavi? 🤣🤣 (Questa è complicata)

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      1. almerighi ha detto:

        son passati 32 anni…

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      2. Bells85 ha detto:

        Esattamente la mia età! Avranno ristrutturato adesso…😉

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      3. almerighi ha detto:

        sono io da ristrutturare che vado per i 60

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      4. Bells85 ha detto:

        Ma vaa!! Non dirlo neanche per scherzo!! 👍✌

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  4. rosasolito ha detto:

    Mariiiiia !!!!!!…………direbbe Aldo a Giovanni e Giacomo. No non mi è mai capitato. o meglio alcune “location” non sono state come le ho immaginate ma non sono mai finita nei tuguri, fiuuuu….. per fortuna

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    1. Bells85 ha detto:

      Non cantare vittoria, una volta capita a tutti!!🤣🤣

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      1. rosasolito ha detto:

        😁😁

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  5. lilasmile ha detto:

    Per fortuna non mi sono mai capitate condizioni simili. Voi però dalla vostra avete il vostro amore, la vostra voglia di condividere. E’ una cosa importante questa.
    Comunque non siete stati proprio fortunati né.

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    1. Bells85 ha detto:

      Si hai ragione, da soli sarebbe stato diverso. Soprattutto perchè non ci è capitata solo quella.
      Ma non posso raccontarle qui adesso! 😉😉

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      1. lilasmile ha detto:

        No infatti! Che sennò chi glielo dice a chi segue con costanza il vostro blog e le vostre storie? 🙂

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